La prova di maturità dell'Inter
La giornata si apre dalla vetta, perché l'Inter, vincendo a Marassi, si è presa il primo posto. E lo ha fatto con una vittoria che racconta molto più del semplice risultato. Il Genoa di Daniele De Rossi è squadra viva, rianimata, coraggiosa, con un'identità chiara e un calcio propositivo, ma si è scontrata con una verità antica: quando una grande squadra decide di prendersi la partita, spesso non c'è spazio per i buoni propositi.
L'Inter ha approcciato la gara con una violenza agonistica da squadra ferita, ancora scottata dall'Europa, comunicando subito chi comandava. Il gol di Bisseck, anche figlio di una lettura sbagliata di Leali e di una dose di fortuna, racconta però dinamiche precise: velocità, sganciamenti, presenza costante nella metà campo avversaria. Da centro-destra, Bisseck trova l'habitat ideale, perdendo qualcosa in precisione ma guadagnando peso offensivo.
Poi la cattiveria, quella vera, fotografata dal gol di Lautaro Martinez: spallata, tiro secco, vetta solitaria dei cannonieri. Per un'ora l'Inter domina, il Genoa non riesce mai davvero a rientrare, nonostante la rete di Vitinha, il coraggio e la preparazione della gara di De Rossi.
Resta il solito neo per Chivu: i gol subiti in momenti di apparente controllo, una fragilità che continua a riaffiorare. Ma la risposta alla Champions è netta. L'allenatore nerazzurro si conferma non solo ottimo allenatore, ma comunicatore lucidissimo. L'Inter si prende la vetta con una vittoria da grande squadra.