L'esito
Nella capitale, la notte dell'Immacolata, effettivamente si mobilitarono dei gruppi armati. Eppure, per cause difficilmente spiegabili, il golpe non andò a buon fine. In poche ore il piano rientrò e fu dato l'ordine di arrestare immediatamente il tutto. Qualcuno sospettò che la pioggia scrosciante di quella notte avesse irrimediabilmente compromesso i piani eversivi.
Certamente una spiegazione insufficiente.
Fu lo stesso Junio Borghese a rivendicare dopo anni il progetto mancato, accennando ad un mancato appoggio da parte di alcuni ufficiali che avrebbero dovuto aprire il portone del Ministero della Difesa, altro luogo eminentemente simbolico, oltreché indubbiamente strategico, obiettivo del golpe.
Eppure, secondo una tesi molto accreditata sebbene priva di tangibili prove, il dietrofront fu imposto da oltreoceano, dagli Stati Uniti, coinvolti per tramite dei servizi segreti in altri controversi avvenimenti degli anni di piombo. Ad ogni modo, nonostante l'insuccesso, il golpe tentato fu comunque un monito chiaro ed evidente: non sarebbe stato concesso nulla ai comunisti, estromessi dall'area della governabilità, e chi rivolgeva lo sguardo verso l'URSS non avrebbe avuto la possibilità di dare una risolutiva spallata al già complesso quadro politico internazionale.