L'avventura dell'Inno di Mameli è
inseparabile dal fervore rivoluzionario che caratterizzò gli anni
immediatamente successivi alla sua composizione. Tra il 1848 e il 1849,
l'Italia fu attraversata da moti popolari e da esperienze politiche nuove e
coraggiose, tra cui la Repubblica Romana, uno dei momenti più alti e simbolici
del Risorgimento.
Goffredo Mameli fu protagonista
diretto di quell'esperienza partecipando in prima persona alla difesa di Roma
accanto a Giuseppe Garibaldi, che in quei mesi divenne l'incarnazione stessa
dell'eroe civile e patriottico. Nelle strade della città assediata non
risuonavano solo le armi, ma anche i canti patriottici, e Il Canto degli
Italiani accompagnò manifestazioni e momenti di solidarietà popolare.
La Repubblica Romana, pur durata
pochi mesi, lasciò un segno politico e morale profondo! Per prima in uno
scenario politico estremamente fragile ed ancorato al passato, proclamò la
sovranità del popolo, l'uguaglianza dei cittadini, la libertà di stampa e avviò
riforme sociali radicali per l'epoca. La sua caduta, dopo l'intervento
francese, non spense lo slancio patriottico.
La Costituzione francese del 1848
sanciva principi di non intervento: tra le sue norme fondamentali, recitava che
la Repubblica - rispetta le nazionalità straniere, non intraprende guerre di
conquista e non adopera mai le sue forze contro la libertà di alcun popolo -.
La vicenda dimostra quanto sia
fragile il confine tra ideali costituzionali e concrete scelte di potere. E
ricordano che le Costituzioni, da sole, non bastano e sottolineano di quanto
sia importante chi le interpreta, chi le applica, e soprattutto la volontà
politica.
Mameli stesso pagò il prezzo più
alto per vedere il proprio ideale realizzato, fu ferito durante gli scontri e
morì a soli 21 anni. Garibaldi continuò invece a incarnare l'idea di un'Italia
libera e unita, portando quell'immaginario fino all'impresa dei Mille.