Riadattato dal romanzo Vineland di Thomas Pynchon, Una battaglia dopo l'altra sarà un film divisivo, probabilmente più tra il pubblico che tra la critica. Personalmente l'ho adorato e lo trovo una delle pellicole più brillanti del regista, ma prima di ciò è doverosa una premessa. Pur riconoscendo in Paul Thomas Anderson uno delle più raffinate...
Francisco Goya e la dimensione onirica
Nel percorso infinito di evoluzione dell'arte figurativa la suggestione provocata dal sogno è stato elemento di ispirazione e indagine per una moltitudine di grandissimi pittori. La simbologia afferente alla dimensione onirica ha caratterizzato la produzione di colossi della pittura, spesso appartenenti a correnti artistiche cronologicamente distinte o culturalmente poco compatibili: dalla potenza della stilizzazione colorata di Joan Miró, passando per l'analisi del subconscio di Salvador Dalí, fino alla sospensione spazio-temporale di De Chirico, il sonno e l'inquietudine della surrealtà hanno attraversato epoche, secoli e stili.
Su tutti Francisco Goya seppe forse cogliere più profondamente il nesso causale che lega ragione e irrazionalità: il sogno, nell'output artistico del pittore spagnolo, rappresenta non meramente un momento di fuga dal quotidiano, ma l'istante spaventoso e ammaliante in cui, come animali nella notte, le paure, le ansie e i tormenti dell'ordinarietà fanno capolino in un angosciante contorno d'oscurità.
Il sonno della ragione genera mostri
Tavola numero 43 della collezione intitolata Los Caprichos, Il sonno della ragione genera mostri rappresenta ben più di una semplice raffigurazione degli incubi orrorifici e turpi che affliggono il riposo dell'umano: tale opera è un vero e proprio manifesto filosofico che, al pari di un trattato metafisico, non vuole soffermarsi sulla semplice descrizione del fenomeno, ma tenta di spiegare per mezzo di metafore e allusioni l'insieme di allegorie e dietrologie che caratterizzano l'onirico.
La ragione assopita, di fatti, apre ontologicamente a una duplice interpretazione: il momento di cedimento della razionalità può essere derubricato come creazione di un nuovo spazio di inconscia libertà o come via libera all'emersione di forze tenebrose e incontrollabili che presto si tramutano in mostri. Questo dualismo tra prigionia e creatività è senza dubbio uno degli elementi più affascinanti di tale opera.
La figura centrale dell'incisione, un uomo seduto e immerso in un sonno inquieto, è circondata da creature fantastiche e grottesche, come gufi e pipistrelli, simboli tradizionali di saggezza e tenebre. Questi elementi evocano un'atmosfera di ambiguità e tensione, dove il confine tra sogno e incubo si dissolve, rivelando la fragilità della mente umana.

L'incubo come critica sociale
Nel contesto storico in cui Goya creò Los Caprichos, durante l'ultimo decennio del 1700, la Spagna era attraversata da crisi politiche e culturali. L'Illuminismo, con il suo culto della ragione e del progresso, si scontrava con le superstizioni, l'oscurantismo religioso e le ingiustizie sociali. Goya, profondamente influenzato da questi contrasti, utilizza il tema del sogno e dell'incubo per denunciare i mali della società. I mostri che emergono dal sonno della ragione non sono solo figure personali o psichiche, ma rappresentano anche i vizi e le corruzioni dell'umanità: l'ignoranza, il fanatismo e la tirannia.
Questa prospettiva conferisce alle opere di Goya una dimensione politica. Le sue incisioni non sono semplici esplorazioni oniriche, ma pungenti satire del potere e della società del suo tempo. In questo senso, gli incubi diventano strumenti di denuncia, un mezzo attraverso il quale Goya invita lo spettatore a riflettere sulle conseguenze della perdita della razionalità e dell'etica.
L'universo psicologico del sogno
Un altro aspetto fondamentale del rapporto tra sogno e incubo nell'opera di Goya è la dimensione psicologica. L'artista non si limita a rappresentare il mondo esterno, ma scava nelle profondità dell'animo umano. Le sue immagini evocano il turbamento, l'ansia e l'alienazione che caratterizzano l'esperienza esistenziale. In questo, Goya anticipa le intuizioni del Romanticismo e persino della stessa psicoanalisi, mostrando la natura esplicativa, fin lì ancora non perfettamente evidente, di sogni e incubi come sintomi surreali di conflitti interiori.
Il sonno della ragione, dunque, non è qualificabile come una semplice condizione passiva, ma incarna uno stato attivo in cui la mente produce visioni che svelano le sue paure più recondite. I mostri di Goya, con i loro tratti deformi e inquietanti, incarnano la fragilità della condizione umana, sospesa tra il desiderio di ordine e il caos dell'inconscio.

Hasta su abuelo, la critica alla corruzione del ceto nobiliare
Nell'opera numero 39 de Los Caprichos, Goya utilizza nuovamente la dimensione onirica per descrivere allegorie surreali. In Hasta su abuelo, infatti, l'artista adotta una rappresentazione grottesca e caricaturale tipica dell'universo degli incubi, al fine di ridicolizzare in maniera spaventosamente cruda il sistema basato sul privilegio ereditario che caratterizzava la dialettica sociale con particolare beneficio delle classi aristocratiche, percepite come viziate, immeritevoli e improduttive.
Nuovamente il tema dell'onirico va a braccetto con la denuncia sociale, la quale si esplica mediante un modo vibrante e inquietante di concepire la raffigurazione pittorica.
"If the doors of perception were cleansed, everything would appear to man as it is: infinite."
(Se le porte della percezione fossero purificate, tutto apparirebbe all'uomo com'è: infinito.)
-William Blake, The Marriage of Heaven and Hell.
-Francesco De Paolis
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