Io e Francesco, i fondatori di questo blog, abbiamo
riflettuto a lungo sulla nostra esposizione sul tema dei femminicidi e della violenza di genere. Non sapevamo se
prendere parola fosse la scelta giusta da fare, o se rispettare il momento in
silenzio.
C'è poi un altro aspetto che ci ha fatto
tentennare. L'idea che un testo, in questi giorni, a proposito della violenza
sulle donne, potesse generare un'ondata di critiche ideologiche che avrebbero
potuto contaminare la sanità della pagina.
Sebbene, come detto, la meditazione non fosse sospinta solo
da quest'ultimo punto, proprio da qui è necessario partire.
È corretto affermare che la violenza sulle donne sia una
piaga che riguarda tutti, la società. È altresì corretto, quindi, richiedere
uno sforzo da parte di tutta la componente umana per arrivare ad
un'eliminazione del problema.
Come però lo sport, la storia, la politica, insegnano, è
l'unione che rende possibile il successo. Uno spogliatoio in cui ci si scanna prima di scendere in
campo porta alla sconfitta.
Una guerra senza alleati non si vince.
Una coalizione di governo al cui interno figurano
personalità che mirano più ai propri interessi che al bene della coalizione, è
destinata a cadere.
Attaccare una frangia in nome di una causa giusta, sì, ci fa
sentire meglio, ci trasmette il senso di appartenenza. Non stiamo però parlando
all'interno di una curva di uno stadio.
Si parla di donne, esseri umani, che subiscono violenze, che
in alcuni casi (troppi) si tramutano in morte.
E, credete, voi dalle Instagram stories intasate, che la soluzione sia farsi
nemica proprio quella fetta della società che invece andrebbe inclusa nel
dibattito, con la quale bisognerebbe lottare fianco a fianco?
Il problema non sono tutti gli uomini, e alla fine un po'
tutti siamo d'accordo con questa affermazione.
Non cadrò quindi nel banale vittimismo (tuttavia legittimo) di chi si è sentito
attaccato direttamente per un omicidio e, più in generale, per il possesso di
una forma mentis che non gli appartiene e che probabilmente è il primo a
rifiutare.
Parlo invece della strategia per poter davvero cambiare le
cose. Elemento che, purtroppo, troppe volte è mancato in questi giorni,
preferendogli le chiacchiere da bar e le bandiere del femminismo contrapposte a
quelle del patriarcato.
C'è un problema nella società? Si. Problema che si
materializza sia nei fidanzati che chiedono la foto alle proprie compagne per
controllargli l'outfit, sia in quelle ragazze che non prendono la macchina
quando si esce la sera, perché sanno che, in quel caso, il patriarcato gli
ritornerà utile.
I due comportamenti ovviamente hanno pesi specifici
differenti, ma il discorso è uno.
Si vuole smontare il sistema? Lavoriamoci, tutti, insieme,
uniti. Senza fare guerre civili che portano solo all'allontanamento tra le
parti, e soprattutto SENZA ESCLUSIONE DI COLPI!
Dimostriamolo sul campo che donne e uomini sono uguali.
Dimostriamolo che se non ci va di fare sesso lo rifiutiamo,
perché siamo uomini e non animali. Dimostriamolo che si può essere uomini senza
essere violenti. Dimostriamolo che anche noi uomini possiamo piangere, possiamo
avere freddo. Dimostriamolo il rispetto verso una donna che riesce in qualcosa
più di noi, perché semplicemente più brava, senza cercare di screditarla. Dimostriamolo
ai nostri amici che si può andare in discoteca per divertirsi, e non per forza
per appoggiarlo ad una ragazza mentre sta per conto suo.
Dimostriamolo che
possiamo andarci da sole a ballare, e che non ci serve il passaggio, perché
siamo donne, e sappiamo guidare, proprio come gli uomini. Dimostriamolo che se
vogliamo una cosa ce la andiamo a prendere, senza aspettare che qualcuno lo
faccia al posto nostro, o che se ci piace un ragazzo non è necessario aspettare
che lui, in quanto "l'uomo", faccia il primo passo. Perché siamo donne, e il primo
passo lo sappiamo fare anche noi. Dimostriamolo che il rispetto del bravo
ragazzo (ma bravo veramente, non come l'assassino che non merita neanche di
essere nominato in questo spazio sacro) lo preferiamo al senso di incertezza,
inadeguatezza, che altri ci fanno provare. Perché siamo donne, non
crocerossine, e vogliamo qualcuno che ci tratti bene.
Dimostriamolo, che questo sfondo di patriarcato si può
smantellare.
Lo si deve fare dall'interno, insieme, uomini e donne.
Lo si deve fare, semplicemente, in quanto persone.