Braveheart, omaggio alla sete d'indipendenza scozzese

30.08.2021

Produzione e regia

Diretto e interpretato da un Mel Gibson in grande spolvero, il film "Braveheart - Cuore impavido" uscì nelle sale nel 1995 e in poco tempo raggiunse un'enorme popolarità, aggiudicandosi ben cinque Oscar su dieci candidature e ricevendo innumerevoli elogi da critica e cinofili di tutto il mondo. Con un budget iniziale di oltre 70 milioni di dollari, il cult ambientato nella Scozia dei primi del 1300 incassò una cifra che superava di oltre quattro volte l'investimento iniziale, guadagnando cifre per l'epoca davvero considerevoli.

Trama e personaggi principali

Le vicende del film, collocate nella Scozia del Basso Medioevo, hanno come indiscusso protagonista l'eroe e capopolo William Wallace (Mel Gibson) che, figlio di un piccolo proprietario terriero scozzese, visse da subito una gioventù travagliata. Il paese, rimasto senza sovrano, era infatti in balia delle contese dei nobili avidi di potere, e le velleità espansionistiche del re d'Inghilterra -Edoardo I Plantageneto- trovarono nel caos generale facile compimento. Dopo aver convocato un concilio con i maggiori esponenti dell'aristocrazia scozzese, il Plantageneto tese loro una trappola e li uccise una ad uno impiccandoli sulla trave dell'edificio in cui erano riuniti, approfittando del fatto che nessuno di essi si fosse recato armato o scortato al luogo dell'appuntamento. Scoperta l'eccidio, Malcolm Wallace, padre del piccolo William, radunò un esercito di borghesi e attaccò gli inglesi al confine, rimanendo ucciso sul campo di battaglia assieme al suo primogenito John.

Dopo circa venti anni, William, cresciuto ed educato dallo zio Malcolm e ormai già uomo adulto, vide il suo grande amore spezzarsi, dal momento che la sua sposa, sottraendosi alle bramosie di un soldato inglese, reagì con violenza, venendo catturata e condannata a morte per aver colpito un soldato di Sua Maestà. 

Da quel momento William Wallace, accecato dal furore, decise di porre fine all'occupazione straniera della Scozia, assaltando assieme ad un manipolo di uomini un fortino inglese, dichiarando di fatto guerra al Plantageneto. Il re d'Inghilterra, impegnato nella campagna militare in Francia, decise di inviare l'intera armata a disposizione presso lo Stirling Bridge, deciso a soffocare nel sangue la rivolta scozzese. Ma a sorpresa, l'esercito ribelle condotto da Wallace e dal nobile Robert Bruce neutralizzò con astuzia la cavalleria pesante inglese, infliggendo una pesantissima sconfitta alla corona. 

Ma dopo qualche altra splendida vittoria, tra cui la conquista della piazzaforte di York, Wallace fu tradito da Robert Bruce in persona, convinto da Edoardo I a cambiare casacca. Nonostante la breve storia d'amore con la principessa Isabella, nuora del re d'Inghilterra, William Wallace venne arrestato e condannato a morte. Regalando un finale mozzafiato, il film omaggia le vittime scozzesi nella guerra per l'indipendenza, per la libertà. Una libertà a lungo inseguita e desiderata dopo anni di violenze. 

Mel Gibson è William Wallace, eroe indipendentista scozzese
Mel Gibson è William Wallace, eroe indipendentista scozzese

Incongruenze storiche

Una delle pochissime critiche ricevute dal colossal riguardò il numero di incongruenze storiche presenti nella pellicola. Lo stesso Mel Gibson rivelò in un'intervista che alcuni elementi fittizi vennero volutamente inseriti nel film per renderlo più appetibile al pubblico

La prima stranezza riguarda l'abbigliamento degli attori: i ribelli scozzesi, raffigurati con indosso il kilt -il classico indumento della tradizione nazionale- originariamente indossavano soltanto delle tuniche o degli abiti lunghi, dal momento che il 'gonnellino' simbolo della cultura scozzese fu introdotto solo nel 1700. 

Per quanto riguarda la love story tra la nobile principessa Isabella e il condottiero nemico della corona inglese William Wallace, non ci sono prove storiografiche che attestino la veridicità di tale rapporto amoroso, pertanto tale dettagli risulta essere semplicemente un'aggiunta totalmente arbitraria della regia. 

La condanna a morte di Wallace
La condanna a morte di Wallace

«Vagava indomito con indosso una tonaca da monaco al cui interno nascondeva lo spadone e l'ardore di un cuore impavido. Offriva sangue e ferro in cambio di un grido incessante: "Freedom", il grido della libertà » 

-Francesco De Paolis


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