7 Novembre, la "Rivoluzione d'Ottobre"

07.11.2025

Rivoluzione per soverchiare una dittatura o per promuoverne una?

Nella notte tra il 6 e il 7 novembre 1917, a Petrograd, l'attuale San Pietroburgo, un gruppo di rivoluzionari guidati da Vladimir Il'ič Lenin prese il controllo dei principali centri del potere.

Un evento storico ricordato oggi come Rivoluzione d'Ottobre, che segnò non solo la fine dell'esperienza del Governo provvisorio russo, ma anche l'inizio del primo Stato socialista del mondo. In poche ore, un colpo di mano accuratamente pianificato mutò il corso della storia del Novecento, influenzando la politica, l'economia e la cultura di interi continenti.

A distanza di oltre un secolo, rappresenta la nascita di una nuova idea di società e di potere, che avrebbe ispirato e diviso il mondo per gli anni a venire. Viene ricordata come Rivoluzione d'Ottobre per il fatto che nell'impero zarista era ancora in vigore il calendario giuliano. Infatti, il giorno corrispondete sarebbe il 26 ottobre 1917.

La lezione più attuale della Rivoluzione d'Ottobre è che la trasformazione sociale, se non accompagnata da una rivoluzione morale, è destinata a riprodurre le stesse ingiustizie che pretende di distruggere.

La comprensione del fatto storico

Per comprendere questa rivoluzione, occorre guardare al contesto di crisi profonda che attraversava la Russia nei primi anni del Novecento. L'Impero zarista, retto da Nicola II, era un colosso fragile.

La Russia era una società agricola arretrata, governata da un'élite autocratica e fondata su un sistema economico incapace di sostenere le tensioni della modernità. La Prima guerra mondiale, scoppiata nel 1914, aggravò ogni contraddizione. Milioni di soldati russi morirono al fronte, mentre nelle città la fame e la miseria dilagavano.

Nel febbraio del 1917, un'ondata di scioperi e manifestazioni a Pietrogrado costrinse lo zar ad abdicare. Si formò allora un governo provvisorio presieduto da Aleksandr Kerenskij, che cercò di conciliare la spinta rivoluzionaria con la necessità di proseguire la guerra. Ma quella scelta risultò fatale: l'esercito era allo stremo, la popolazione chiedeva "pace, terra e pane", e i soviet guadagnavano influenza.

In questo scenario rientrò in Russia Lenin, esule in Svizzera, che nel suo celebre programma delle Tesi di Aprile propose di "trasformare la guerra imperialista in guerra civile" e di consegnare il potere ai soviet. La sua visione radicale trovò terreno fertile tra i bolscevichi, la frazione più rivoluzionaria del Partito socialdemocratico, e tra le masse stanche di promesse disattese.

La notte dei lunghi coltelli impugnati dagli uomini col colbacco

Nelle settimane precedenti al 7 novembre, la tensione a Pietrogrado raggiunse il culmine. Il Governo provvisorio appariva paralizzato, mentre i bolscevichi, ormai forti della maggioranza nei soviet, prepararono la presa del potere. Il Comitato militare rivoluzionario, guidato da Leon Trotskij, organizzò le forze della Guardia Rossa, i soldati e i marinai della flotta baltica.

Nella notte tra il 6 e il 7 novembre, le unità bolsceviche occuparono senza incontrare grande resistenza i punti strategici della capitale. Al mattino del 7 novembre, la città era già di fatto nelle mani dei rivoluzionari. Solo il Palazzo d'Inverno, sede del Governo provvisorio, rimaneva ancora presidiato. Nella tarda serata, la Guardia Rossa lo circondò e, dopo alcune ore di scontri limitati, lo occupò. Il Governo provvisorio fu arrestato, mentre Lenin annunciava alla folla riunita al Congresso dei Soviet che "il potere è passato nelle mani del proletariato e dei suoi alleati, i contadini poveri". In quel momento nacque il governo sovietico, il "Consiglio dei commissari del popolo", con Lenin alla guida.

Le conseguenze e la guerra civile

La conquista del potere non pose fine alla crisi, anzi ne aprì una nuova fase. Nei mesi successivi, Lenin e i bolscevichi dovettero affrontare l'opposizione dei partiti socialisti moderati e di tutte le forze fedeli all'antico ordine. Una delle prime decisioni del nuovo governo fu quella di avviare trattative di pace con la Germania.Quasi in contemporanea decideva di giustiziare brutalmente in segreto la famiglia reale al completo in un paesino sperduto degli Urali chiamato Ekaterinburg.

Lenin vinse perché capì che le rivoluzioni non si fanno con le maggioranze, ma con la determinazione di pochi pronti a tutto.

Nel frattempo, il paese precipitò nella guerra civile tra l'Armata Rossa e le Armate Bianche. Il conflitto, durato fino al 1921, devastò la Russia e costò milioni di vite. Alla fine, i bolscevichi uscirono vincitori, consolidando il loro controllo e ponendo le basi per la nascita, nel 1922, dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS).

Ciò che iniziò come una promessa di emancipazione universale si tradusse presto in un esperimento politico segnato dal controllo e dal sacrificio della libertà in nome dell'uguaglianza. Il romanzo di Michail Afanas'evič Bulgakov, "I giorni dei Turbin", ci raccontano gli orrori della guerra civile e della rivoluzione intrecciato con la vita di alcuni personaggi di fantasia e ne consiglio vivamente la lettura.


Eredità storica e interpretazioni

La Rivoluzione d'Ottobre ebbe un impatto enorme, non solo in Russia ma sull'intero mondo. Per la prima volta un partito ispirato al marxismo riuscì a rovesciare un governo e a instaurare un sistema socialista. Questo evento influenzò movimenti politici, sindacali e rivoluzionari in ogni continente, e divenne il simbolo della lotta contro il capitalismo e l'imperialismo.

Dal punto di vista storiografico, le interpretazioni restano molteplici. Per alcuni, la rivoluzione fu una risposta inevitabile alle condizioni di miseria e ingiustizia che caratterizzavano la Russia zarista; per altri, fu un colpo di Stato organizzato da un'avanguardia minoritaria che impose il proprio potere con la forza. Storici come Richard Pipes o Orlando Figes hanno sottolineato il carattere autoritario del processo, mentre altri, come E.H. Carr, ne hanno evidenziato la dimensione popolare e le aspirazioni emancipatrici.

Le rivoluzioni, come gli incendi, cominciano per bisogno di luce e finiscono per divorare anche chi le ha accese.

Ancora oggi, il 7 novembre divide memorie e sensibilità. In Russia, dopo la caduta dell'URSS, la data non è più festa nazionale, ma continua a essere ricordata da molti come il giorno in cui il popolo si sollevò contro secoli di oppressione. Nel resto del mondo, la Rivoluzione d'Ottobre rimane oggetto di riflessione e dibattito sollevando numerosi interrogativi come ad esempio "è stato effettivamente un evento di liberazione o un preludio finalizzato a nuove forme di dominio?"

La fine


La Rivoluzione d'Ottobre rappresenta uno dei momenti più densi e controversi della storia moderna. In una sola notte, un impero millenario crollò e un nuovo ordine sociale prese forma, portando con sé speranze immense e tragedie altrettanto grandi.

Questo evento insegnò al mondo che la giustizia sociale non può essere imposta con la forza, infatti, quando l'ideale diventa dogma, la liberazione si trasforma in dominio e ci ricorda costantemente che l'ingiustizia genera sempre ribellione, ma non ogni ribellione porta giustizia.


«Tutto passerà. Le sofferenze, i tormenti, il sangue, la fame e la pestilenza. La spada sparirà, ma le stelle resteranno anche quando le ombre dei nostri corpi e delle nostre opere non saranno più sulla terra. Non c'è uomo che non lo sappia. Perché dunque non vogliamo rivolgere il nostro sguardo alle stelle? Perché?»

Bulgakov

- Luca Cianci


Bugonia, remake del film coreano del 2003 diretto da Jang Joon-hwan, rappresenta il tentativo di Yorgos Lanthimos di rilanciarsi dopo il deludente Kinds of Kindness. Purtroppo, non si può dire che l'operazione sia riuscita. Il film non entusiasma, privo di una struttura narrativa capace di coinvolgere realmente lo spettatore, finisce per sembrare...

C'è un giorno che rimane inciso nella memoria collettiva del nostro Paese. È il 12 novembre 2003, quando a Nāṣiriya, nel sud dell'Iraq, un attentato terroristico colpì il contingente italiano impegnato nella missione di pace "Antica Babilonia". In pochi istanti, una violenta esplosione cancellò vite, sogni e certezze, lasciando dietro di sé un...